Gli stabilimenti balneari nel nostro Paese sono 7173 e solo 650 sono realmente inclusivi: qual è il motivo?
L’Italia ha un serio problema con gli stabilimenti balneari studiati per permettere anche alle persone affette da disabilità di accedervi. Il numero di spiagge attrezzate, infatti, è molto basso e si aggira attorno al 10% del totale.
Gli stabilimenti balneari nel nostro Paese sono 7173 e solo 650 sono realmente inclusivi. Lo riporta l’indagine di Unioncamere, uno studio basato sui dati del Registro delle Imprese della Camera di Commercio.
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Il parere del presidente di Confad
Alessandro Chiarini, presidente del Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità (Confad), è intervenuto sul Fatto Quotidiano per spiegare i motivi dietro a questa problematica. “Molte persone con disabilità – ha affermato Chiarini – si trovano ad affrontare diversi ostacoli che limitano la loro capacità di godere appieno dell’esperienza in spiaggia. Eppure l’apparato normativo è chiaro e assolutamente specifico sulla tutela dei diritti delle persone con disabilità“.
“In Italia – prosegue Chiarini – appare evidente che le spiagge realmente accessibili sono una quota decisamente minoritaria. Basterebbe poco, in effetti, a far sì che tutti, davvero, possano godersi il piacere della balneazione, di un tuffo in acqua a rinfrescarsi dalla calura estiva”.
“Spesso più che di costi è un problema di scarsa sensibilità – conclude il presidente di Confad -. Inoltre, è fondamentale migliorare l’informazione e la consapevolezza sul tema attraverso campagne informative rivolte all’opinione pubblica, che possono contribuire a incrementare la conoscenza del problema. E soprattutto, la cosa più semplice e più difficile al tempo stesso, nella nostra nazione dei paradossi: far applicare le leggi che prevedono l’obbligo di rendere accessibili le strutture balnearie”.